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Come pulire i filtri dell’aria condizionata canalizzata?

Un sistema di aria condizionata canalizzata è una soluzione di climatizzazione efficiente e silenziosa che diffonde l’aria in modo uniforme in tutti gli ambienti di una abitazione.

Per garantire il corretto funzionamento e la massima efficienza dell’impianto, è importante ricordare di pulire regolarmente i filtri.

A breve vedremo il perché sia così importante prendersi cura dei filitri ed il modo più sicuro ed efficace per pulirli.

Perché è importante pulire i filtri?

I filtri dell’aria condizionata canalizzata sono importanti perché trattengono polvere, polline, smog e altri agenti inquinanti.

Se non vengono puliti regolarmente, questi accumuli possono ad esempio ridurre l’efficienza del sistema di climatizzazione, aumentando di conseguenza i consumi energetici.

Un altro problema della mancata pulizia al lungo termine potrebbe essere quello relativo alle bocchette di aerazione parzialmente ostruite, che causerebbero una distribuzione non uniforme dell’aria.

Tra l’altro uno de problemi legato ai filtri dell’aria condizionata sporchi, spesso sottovalutato, è quello di favorire la proliferazione di batteri e muffe, con conseguenti rischi per la salute.

Quando bisogna pulire i filtri?

La frequenza con cui pulire i filtri dipende da diversi fattori.

L’accumulo di sporco può infatti essere accentuato o meno dal livello di inquinamento dell’aria esterna, dunque anche la zona in cui si vive incide sulla frequenza con la quale i filtri vanno puliti.

Altro fattore determinante nella peridiocità della pulizia dei filtri è la frequenza di utilizzo dell’impianto di climatizzazione, dato che un impianto che viene adoperato di più è chiaramente più soggetto ad accumulare sporcizia.

In generale, si consiglia di pulire i filtri almeno una volta all’anno, ma in caso di elevato inquinamento atmosferico o di frequente utilizzo del climatizzatore, potrebbe essere necessario pulirli più spesso.

Come pulire i filtri?

La pulizia dei filtri dell’aria condizionata canalizzata è un’operazione semplice che può essere eseguita in pochi minuti. Ecco i passaggi da seguire:

  1. Spegnere l’impianto di climatizzazione e disattivare l’alimentazione elettrica.
  2. Raggiungere le griglie di ventilazione e rimuoverle.
  3. Individuare i filtri. In genere, si trovano proprio dietro le griglie di ventilazione.
  4. Rimuovere i filtri facendo attenzione a non danneggiarli.
  5. Pulire i filtri con un aspirapolvere dotato di una spazzola morbida.
  6. Lavare i filtri  con un prodotto specifico per questo tipo di utilizzo.
  7. Lasciare asciugare i filtri completamente all’aria aperta.
  8. Riposizionare i filtri nel loro alloggio prima di riaccendere l’impianto.

Pulizia delle griglie e delle bocchette di aerazione

Oltre ai filtri, è importante pulire anche le griglie e le bocchette di aerazione. Per farlo, è sufficiente utilizzare un panno umido e un prodotto detergente non aggressivo.

È conveniente fare questa operazione nel momento stesso in cui si puliscono i filtri, ondere evitare di avere griglie sporche che potrebbero vanificare il nostro lavoro di pulizia dei filtri.

Sanificazione del sistema di climatizzazione

Oltre alla pulizia ordinaria, è consigliabile effettuare anche una sanificazione periodica del sistema di climatizzazione canalizzata.

Questo intervento, che deve essere eseguito da un professionista del settore, permette di eliminare batteri, muffe e altri microrganismi che possono proliferare all’interno dell’impianto.

Si può approfittare e far effettuare la sanificazione in occasione di interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria da parte di personale qualificato.

In sintesi

La pulizia regolare dei filtri e la sanificazione periodica del sistema di climatizzazione canalizzata sono interventi essenziali per garantire il corretto funzionamento dell’impianto, ma non solo.

A giovarne sono anche i consumi di energia e la salubrità dell’aria negli ambienti domestici, il che è davvero importante soprattutto in presenza di bambini o anziani in casa.

Si tratta di una piccola manutenzione che richiede poco tempo dunque, ma ha una grande importanza sia per il comfort in casa che per quanto riguarda l’economia domestica.

Calcoli renali: quale acqua bere?

I calcoli renali sono una condizione alquanto comune, che si verifica quando i minerali e le sostanze chimiche presenti nelle urine si aggregano dando vita a delle formazioni solide.

I calcoli possono variare in dimensioni, da piccoli come un granello di sabbia a grandi come una pallina da golf.

Quali tipi di calcoli renali esistono?

Esistono diversi tipi di calcoli renali, a seconda del minerale o della sostanza chimica che li compone. I tipi più comuni di calcoli renali sono:

  • Calcoli di ossalato: questi calcoli sono costituiti da ossalato di calcio, un minerale che si trova naturalmente in molti alimenti.
  • Calcoli di acido urico: questi calcoli sono costituiti da acido urico, un prodotto di scarto del metabolismo delle proteine.
  • Calcoli di struvite: questi calcoli sono costituiti da struvite, un minerale che si forma in presenza di batteri.

Sintomi tipici dei calcoli renali

I calcoli renali si presentano tipicamente con un sintomo, ovvero un dolore molto intenso e continuo all’altezza di un fianco.

Ad ogni modo in alcuni casi i sintomi possono variare a seconda della dimensione, della posizione e del tipo di calcolo. Quelli più comuni sono:

  • Dolore intenso, localizzato su un fianco, nella zona lombare o inguinale. Il dolore può essere acuto e lancinante, e può irradiarsi verso l’addome, la schiena o l’inguine.
  • Nausea e vomito.
  • Difficoltà a urinare, o sensazione di bruciore durante la minzione.
  • Urine torbide o con sangue.

Se si verificano questi sintomi è importante consultare un medico, in quanto questi possono essere indicativi di una condizione medica grave.

Altri sintomi che spesso si presentano assieme ai calcoli renali sono:

  • Febbre e brividi, in caso di infezione.
  • Ipersudorazione.
  • Pallore.
  • Tachicardia.

Quale acqua bere per prevenire i calcoli renali?

Bere molta acqua è già uno dei modi migliori per prevenire i calcoli renali. L’acqua aiuta a diluire le urine e a prevenire l’aggregazione dei minerali.

La quantità di acqua da bere per prevenire i calcoli renali varia a seconda dell’individuo, ma in generale si consiglia di bere almeno 2 litri di acqua al giorno.

In particolare, è consigliabile bere acqua oligominerale o minimamente mineralizzata, con un residuo fisso inferiore a 150 mg/l. Questo tipo di acqua è meno ricca di minerali che possono favorire la formazione di calcoli.

È importante notare che l’acqua minerale naturale può contenere una quantità variabile di minerali, a seconda della fonte. Per questo motivo, è sempre consigliabile consultare il medico o uno specialista prima di scegliere un’acqua minerale adatta a soggetti che hanno la tendenza a sviluppare calcoli renali.

Ecco alcuni consigli che possono essere utili per scegliere l’acqua giusta e prevenire i calcoli renali:

  • Leggi l’etichetta dell’acqua per controllare il residuo fisso.
  • Scegli un’acqua oligominerale o minimamente mineralizzata, con un residuo fisso inferiore a 150 mg/l.
  • Evita le acque minerali che contengono elevate quantità di ossalato di calcio, fosfato di calcio o acido urico.

Se solitamente si beve l’acqua del rubinetto di casa, è possibile renderla più leggera facendo installare uno dei moderni depuratori acqua che possono eliminare eventuali impurità e diminuire il residuo fisso.

Quale acqua bere se si hanno già i calcoli renali?

Anche se si hanno già i calcoli renali, è importante continuare a bere molta acqua. L’acqua aiuta a sciogliere i calcoli e a prevenire la formazione di nuovi.

Se il medico lo ritiene opportuno, potrebbe dare sollievo al paziente assumere specifiche soluzioni antispastiche che si trovano in farmacia, le quali sono in grado di calmare i dolori provocati dagli spasmi e rilassare la muscolatura.

Conclusione

Quello dei calcoli renali è un problema comune a tantissime persone di tutte le età, e bere molta acqua è uno dei modi migliori per prevenirlo.

In particolare, è consigliabile bere acqua oligominerale o minimamente mineralizzata, con un residuo fisso inferiore a 150 mg/l.

Anche se si hanno già i calcoli renali, è importante continuare a bere molta acqua e farsi seguire da un medico, il quale valuterà il singolo caso e le azioni da intraprendere.

Fattori da considerare prima di installare un impianto fotovoltaico

L’installazione di un impianto fotovoltaico è notoriamente un investimento importante che può comportare notevoli risparmi economici e benefici ambientali.

Tra l’altro l’Italia è un paese con un buon numero di ore di luce annuali, con una media di 2.455 ore, leggermente superiore alla media europea di 2.000 ore.

Questa condizione climatica favorevole rende l’Italia un paese ideale per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Sicuramente, prima di procedere con l’installazione, è importante considerare una serie di fattori per assicurarsi che l’impianto sia la soluzione giusta per le proprie esigenze.

Ci accingiamo adesso proprio ad esplorare tali fattori, così da sciogliere ogni dubbio prima di procedere con l’installazione un impianto fotovoltaico.

L’esposizione solare dell’abitazione

L’esposizione solare di una abitazione è uno dei fattori più importanti da considerare prima di pensare di far installare un impianto fotovoltaico. I pannelli solari devono essere esposti alla luce solare diretta per la maggior parte della giornata per produrre la massima quantità di energia.

Se l’abitazione si trova in un luogo con un’esposizione solare limitata infatti, l’impianto potrebbe non essere in grado di produrre la quantità di energia necessaria per soddisfare i propri consumi.

La dimensione dell’impianto

La dimensione dell’impianto fotovoltaico deve essere adeguata in base ai consumi energetici dell’abitazione, nonché agli spazi che un eventuale condominio è disposto a concedere ad ogni singolo condomino.

Un impianto troppo piccolo non sarà infatti in grado di soddisfare i consumi, mentre un impianto troppo grande potrebbe essere un investimento eccessivo ed immotivato.

Per determinare la dimensione dell’impianto necessaria, è possibile consultare un installatore qualificato. Se vivi al Nord Italia puoi richiedere la consulenza di SunGroup, azienda che opera nel settore fotovoltaico Torino e che può aiutarti a capire quale impianto sia più adatto a te.

Il costo dell’installazione

Il costo di un impianto fotovoltaico varia a seconda della dimensione dell’impianto, della potenza dei pannelli solari e delle caratteristiche tecniche dell’impianto. In generale, il costo di un impianto fotovoltaico da 3 kW è compreso tra i 5.000 ed i 10.000 euro.

È importante considerare il costo dell’installazione prima di prendere una decisione, per assicurarsi che l’impianto sia effettivamente un investimento conveniente dal punto di vista economico.

Ad ogni modo il governo offre una serie di incentivi per promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici. Gli incentivi possono essere di natura fiscale, economica o tecnica.

È bene informarsi in anticipo sugli incentivi disponibili, per poter beneficiare di un risparmio economico, considerando anche che questi possono variare da regione a regione.

La manutenzione e durata dell’impianto

Gli impianti fotovoltaici richiedono una manutenzione minima. Ad ogni modo, è importante effettuare una manutenzione periodica per assicurarsi che tutto funzioni correttamente.

La manutenzione periodica dell’impianto deve necessariamente essere effettuata da un installatore qualificato.

Questi impianti hanno una durata media di circa 25 anni, prima di iniziare a perdere prestazioni. È importante considerare la durata dell’impianto prima di procedere con l’installazione, per assicurarsi che l’investimento sia sostenibile nel lungo periodo.

Ad ogni modo si tratta di un arco di tempo sufficiente a garantire l’ammortamento del costo iniziale ed un notevole risparmio nel tempo.

Considerazioni finali

Ecco alcuni consigli finali per aiutarti a prendere una decisione informata:

  • Richiedi preventivi da diversi installatori qualificati: è importante confrontare i prezzi e le offerte per trovare la soluzione migliore per te.
  • Informati sugli incentivi disponibili: il governo offre una serie di incentivi per promuovere l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, fai bene a sfruttarli.
  • Richiedi una consulenza tecnica: un installatore qualificato può aiutarti a valutare la fattibilità dell’installazione e a scegliere l’impianto più adatto alle tue esigenze.

L’installazione di un impianto fotovoltaico è un investimento che può comportare notevoli benefici sia a livello economico che ambientale.

Ricorda che è importante considerare i fattori qui riportati prima di procedere con l’installazione, per assicurarsi che l’impianto sia la soluzione giusta per le tue necessità.

Idee regalo per una persona che ama il vintage

Se stai cercando un’idea regalo carina per una persona che ama il vintage, qui puoi trovare gli spunti di cui hai bisogno.

Abbiamo preparato per te una lista di idee per regali originali e uniche che sicuramente faranno colpo sulla persona a te cara.

Sia che si tratti di un regalo di compleanno, Natale o qualsiasi altra occasione, certamente troverai l’idea “vintage” giusta tra le tante che ci apprestiamo a suggerirti di seguito.

Sei pronto? Iniziamo subito allora.

Oggetti di arredamento

Un modo perfetto per consentire ad una persona di dare un tocco vintage alla propria casa è il regalarle un oggetto di arredamento retrò. Puoi scegliere tra un’ampia gamma di prodotti come mobili, lampade, quadri o accessori.

Alcune idee al riguardo:

  • Un mobile d’epoca originale, magari ereditato da parenti o trovato in un mercatino dell’antiquariato.
  • Una delle bellissime insegne vintage al neon led, per creare un’atmosfera davvero particolare.
  • Un quadro o una stampa antica, per decorare le pareti.
  • Un prodotto antico come ad esempio un vinile, una macchina fotografica a rullini o un giradischi.

Abbigliamento e accessori

Anche l’abbigliamento e gli accessori possono essere un’ottima scelta se si vuol fare un regalo retrò.

Puoi optare per capi classici, come un abito a pois o un paio di jeans a zampa d’elefante, oppure per qualcosa di più stravagante, come una borsa a tracolla con frange o un paio di occhiali da sole stile anni ’70.

Alcune idee al riguardo:

  • Un abito vintage, per un look davvero unico.
  • Una borsa vintage, per completare un outfit già ben definito.
  • Un paio di scarpe vintage, per un tocco di stile in più.
  • Un accessorio vintage per completare l’abbigliamento come ad esempio una collana, un ciondolo o un braccialetto.

Gadget e tecnologia

Anche i gadget e la tecnologia possono essere un’idea regalo originale cui pensare per una persona che ama il vintage.

Scegli tra tanti prodotti disponibili quali i vecchi lettori CD portatili, un giradischi o una macchina fotografica istantanea.

Alcune idee al riguardo:

  • Una console con videogiochi retrò.
  • Un giradischi o vinile del suo gruppo musicale preferito.
  • Una macchina fotografica istantanea, per catturare i momenti speciali con un tocco vintage.
  • Un gadget vintage, come un walkman o un gioco di società anni ‘90.

Libri e fumetti

I libri e i fumetti sono un’altra ottima scelta per un regalo vintage. Puoi optare per i classici della letteratura o del fumetto, oppure per qualcosa di più specifico.

Alcune idee al riguardo:

  • Un romanzo storico, per immergersi in un racconto dal sapore retrò.
  • Un fumetto vintage, per rivivere le avventure dei propri eroi preferiti.
  • Un libro d’epoca che riguardi un argomento specifico caro alla persona che lo riceverà.

Esperienze

Se vuoi fare un regalo davvero speciale, puoi optare per un’esperienza vintage. Puoi regalare un biglietto per un concerto di musica dal vivo, un tour di una città storica o un corso di cucina tradizionale.

Alcune idee al riguardo:

  • Una giornata a bordo di un’auto d’epoca.
  • Un tour di una città storica, per scoprire le bellezze di un tempo passato.
  • Un giro in treno su un vagone storico.

Oggetti personalizzati

Se vuoi fare un regalo davvero unico, puoi pensare ad un oggetto personalizzato. Potresti far incidere il nome della persona cara su un oggetto vintage, oppure far stampare una foto d’epoca su un capo di abbigliamento o su un accessorio.

Alcune idee al riguardo:

  • Un complemento di arredo personalizzato, per un regalo davvero speciale.
  • Un capo di abbigliamento o un accessorio personalizzato, per un regalo unico e originale.
  • Un oggetto vintage personalizzato, per un regalo che offre un tocco di nostalgia.

Leggendo con calma questi spunti, troverai sicuramente il regalo perfetto da fare ad una persona che ama il vintage.

Ricorda chiaramente di scegliere un regalo che sia in linea con i suoi gusti ed interessi, e vedrai che non sbaglierai.

Come scegliere la giusta location per una festa a tema

Se hai in programma di organizzare una festa a tema per tuo figlio, la scelta della giusta location è fondamentale per garantire il successo dell’evento.

Non importa se si tratta di una festa di compleanno, di Halloween o di qualsiasi altra occasione speciale: la location giusta può fare la differenza.

Ecco allora di seguito alcuni consigli che ti saranno utili per scegliere la giusta sala per feste a tema.

I fattori da valutare per individuare la giusta location

La scelta della location giusta per una festa a tema dipende da diversi fattori, tra questi il numero di invitati, l’età dei partecipanti, il tema della festa ed il budget a disposizione.

Vediamo ad ogni modo di seguito i più importanti, quelli che non puoi non considerare quando necessiti di scegliere la giusta location per una festa a tema.

Dimensioni della location

La prima cosa da considerare è lo spazio disponibile e la sua distribuzione. La location dovrebbe essere abbastanza grande da riuscire ad ospitare tutti i partecipanti e le attività previste per la festa.

Inoltre, dovrebbe essere abbastanza spaziosa da permettere ai bambini di muoversi liberamente senza avere la sensazione di essere troppo stretti.

Tema della festa

Il tema della festa è un altro fattore importante da considerare quando si sceglie la location.

Se si sta organizzando una festa a tema pirati, ad esempio, potrebbe essere opportuno scegliere una location con un’ambientazione marina.

Se invece si tratta di una festa a tema supereroi, una location con una zona adatta per le attività all’aperto potrebbe essere l’ideale.

Al contrario, se il festeggiato è uno sportivo e si desidera qualcosa a tema, una sala con annessa palestra e/o attrezzatura ginnica sarebbe la location perfetta.

Servizi e attrezzature

La location prescelta dovrebbe disporre di tutti i servizi e le attrezzature necessarie per la festa.

Ad esempio, dovrebbe essere dotata di bagni puliti, di una cucina o di una zona ristoro dove preparare e servire il cibo, e di spazi all’aperto (o indoor) dove i bambini possano giocare e divertirsi.

Budget

Il budget a disposizione è un altro fattore importante da considerare per la scelta di una buona location per una festa a tema.

Chiaramente è importante non spendere più di quel che si può, ma allo stesso tempo scegliere uno spazio che sia adeguato e confortevole per i bambini e per gli ospiti.

Ulteriori consigli per la scelta della location

Oltre ai fattori sopra elencati, ci sono anche altre considerazioni importanti da tenere a mente.

Ad esempio, è importante verificare in anticipo la disponibilità della location per evitare sorprese dell’ultimo minuto.

Inoltre, è importante considerare la posizione della location e la facilità di accesso per gli ospiti, così come le opportunità di parcheggio per i genitori che accompagneranno i propri figli.

In sintesi, ecco alcune altre piccole cose che possono esserti utili nella scelta della giusta location per una festa a tema:

  • Controlla le recensioni: prima di prenotare una location, è importante verificare le recensioni di altri genitori che hanno già usufruito del servizio. In questo modo si possono evitare spiacevoli sorprese.
  • Pianifica in anticipo: è importante pianificare la festa con il dovuto anticipo per avere il tempo di individuare la location perfetta. Una volta trovata la location giusta, è bene prenotare il prima possibile per evitare che qualcun altro la prenoti nel frattempo.
  • Chiedi consiglio: chiedere consiglio ad amici o parenti che hanno organizzato feste simili in passato può essere molto utile per trovare la location giusta.
  • Controlla il regolamento: prima di prenotare una location, è importante controllare il regolamento e le eventuali limitazioni sulla musica, il cibo e le attività all’interno della struttura.

Conclusioni

Scegliere la giusta location per una festa a tema richiede un po’ di pianificazione e attenzione ai dettagli, ma può fare la differenza per un evento di successo.

Seguendo questi consigli, potrai scegliere la giusta location e far divertire  tutti i partecipanti.

Non dimenticare chiaramente di considerare le attitudini dei tuoi i bambini e di coinvolgerli nella scelta del tema della festa. Buona organizzazione!

Come proteggere la porta di ingresso di un ufficio dai ladri

All’interno di un ufficio sono custodite numerose apparecchiature che hanno certamente un importante valore economico.

Dai computer ai dispositivi elettronici di vario tipo infatti, ogni attrezzatura ha un valore intrinseco non indifferente, considerando inoltre che tutti i dati relativi alla propria attività sono custoditi proprio al loro interno.

A parte questo ci sono attrezzature da lavoro, macchinari e arredi che possono essere oggetto delle mire di eventuali malintenzionati e che per questo sono da proteggere.

Ecco allora di seguito alcuni metodi efficaci per mettere in sicurezza la porta di ingresso di un ufficio ed impedire l’accesso a chi non è autorizzato.

Una porta blindata

Certamente ricorrere ad una porta blindata è già una ottima soluzione. Le porte blindate di nuova generazione sono infatti assolutamente resistenti ad ogni tentativo di effrazione e garantiscono un livello di sicurezza molto alto.

Tra l’altro il solo tentativo di forzarla può richiedere del tempo che chiaramente i ladri non hanno a disposizione, oltre agli eventuali rumori che verrebbero prodotti e che insospettirebbero i passanti o i vicini.

Dunque una soluzione dalla quale partire potrebbe essere proprio una porta blindata di nuova generazione.

Chiavistello e seconda serratura

L’ultima idea è quella di far installare un chiavistello (di quelli senza segni all’esterno) che vada ad assicurare ancora di più la porta.

Inoltre, è una buona idea quella di fare installare una seconda serratura per un livello maggiore di sicurezza. Si tratta certamente di un ulteriore deterrente che consente di aumentare il livello di sicurezza.

La videosorveglianza

Una telecamera puntata direttamente sulla porta di ingresso del tuo ufficio rappresenta un deterrente non da poco.

Infatti, sapere che il proprio volto potrebbe essere registrato dalle telecamere e successivamente mostrato agli inquirenti è già di per sé un buon motivo per lasciar perdere.

Molto importante a tal proposito è avvisare tutti i passanti (e gli eventuali malintenzionati) della presenza delle telecamere mediante apposita cartellonistica.

Un sensore senza fili

Grazie ad appositi sensori che rilevano qualsiasi tipo di passaggio dalla porta quando vengono attivati, è possibile far scattare un allarme sonoro (o ricevere una notifica sul cellulare) in maniera tale da indurre i malintenzionati a fuggire ed in ogni caso ad avvisare del tentativo di effrazione in corso.

È una tecnologia che non è facile da aggirare e per questo rappresenta una risorsa da considerare quando si desidera aumentare il livello di sicurezza della porta principale del proprio ufficio.

Una inferriata apribile

Una inferriata apribile rappresenta una ulteriore barriera a protezione della tua porta d’ingresso.

Dunque si tratta di un impedimento fisico che si deve necessariamente superare se si desidera accedere all’interno dell’ufficio.

Consideriamo anche in questo caso il tempo necessario per il tentativo di effrazione e l’eventuale rumore prodotto, due elementi che già di per sé sono sufficienti a far desistere qualsiasi malintenzionato.

All’inferriata apribile è possibile abbinare delle grate di sicurezza nel caso in cui ci siano delle finestre.

Conclusione

Come consiglio finale, possiamo suggerirti di non pubblicizzare sui social network eventuali periodi di ferie o chiusura del tuo ufficio: molti malintenzionati infatti, controllano proprio i social network per capire quale potrebbe essere il momento buono per mettere a segno un colpo considerando assenza prolungata dei titolari o dipendenti.

Dunque, adottare questi sistemi di protezione significa effettivamente aver messo in sicurezza la porta del proprio ufficio, e di conseguenza salvaguardare tutti quei dispositivi o documenti che sono preziosi per il proprio lavoro, non soltanto dal punto di vista economico.

Se non ti è possibile provvedere a mettere in pratica tutte queste soluzioni in un arco breve di tempo, comincia comunque ad apportarli uno dopo l’altro per aumentare progressivamente il livello di sicurezza.

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Da Apple una svolta per le riparazioni degli iPhone: ora si potranno usare anche i pezzi second hand

A partire da l’anno in corso, Apple renderà disponibili ai possessori di iPhone parti usate selezionate per alcuni modelli. Apple ha infatti annunciato una svolta significativa nella sua politica di riparazione degli iPhone, introducendo la possibilità dell’uso di componenti di seconda mano. Questa novità dovrebbe per migliorare l’accesso a riparazioni sicure, ma a costi contenuti.

La mossa di Apple rappresenta sicuramente un passo avanti per l’azienda nel campo della sostenibilità e dell’autonomia degli utenti. Anche perché queste riparazioni potranno essere eseguite sia da utenti competenti sia da terzi indipendenti.

Ogni dispositivo conserverà un registro completo delle riparazioni effettuate

Tra i primi componenti che saranno messi a disposizione ci saranno i sensori biometrici per il Face ID (riconoscimento facciale attraverso uno scanner 3d) e il Touch ID (riconoscimento tramite lettore di impronte digitali), sebbene la politica di Apple, finalizzata a verificare l’autenticità delle parti e la cronologia dell’hardware, resterà in vigore.
Inoltre, ogni dispositivo conserverà un registro completo delle riparazioni effettuate, indicando se sono state usate parti nuove o di seconda mano. 

In un ulteriore sforzo per semplificare il processo di riparazione, Apple ha anche annunciato un’ulteriore novità: coloro che riparano i dispositivi non dovranno più fornire i numeri di serie quando ordinano le parti di ricambio, a meno che non si tratti di sostituire la scheda madre.

Il programma di auto riparazione si espande a 33 Paesi

Il programma di auto-riparazione di Apple è stato lanciato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2022, per poi espandersi in vari altri Paesi nel mondo.
Con il recente aggiornamento dell’11 aprile, il programma ora supporta 40 prodotti Apple in 33 Paesi e altri territori.

L’introduzione di questa politica avviene in un momento in cui le autorità di alcuni tra i mercati principali di Apple hanno espresso critiche aperte verso le politiche dei produttori di dispositivi riguardo alle riparazioni. Soprattutto in riferimento al problema dello smaltimento dei rifiuti elettronici, che ogni anno si accumulano in quantità enormi.

Nuova tendenza: stop all’obsolescenza programmata, è ora di prolungare la vita dei dispositivi

Seguendo una tendenza che sembra orientata a prolungare la vita utile dei dispositivi, anche altri produttori, tra cui Samsung e Google, hanno lanciato schemi di riparazione simili.

Si tratta di un cambio di passo per l’industria dell’elettronica di consumo, riporta Adnkronos, che ora sembra voler adottare pratiche più sostenibili e più orientate al consumatore.

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Italia quinta al mondo per export, +48% dal 2015

Dal 5 al 25 aprile di quest’anno saranno circa 300 le iniziative organizzate in tutta Italia per celebrare la giornata del Made in Italy, giornata che si è scelto di celebrare il 15 aprile, data della nascita di Leonardo Da Vinci.

Nel corso della presentazione della giornata del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato che tra il 2015 e il 2023 le esportazioni italiane sono aumentate in valore del 48%. 
Il ministro ha anche sottolineato che il nostro Paese ora è il quinto a livello globale per le esportazioni, superando nella classifica la Corea del Sud.

La qualità italiana nei settori delle “quattro A” 

Il ministro Urso ha definito i prodotti italiani “belli, buoni, ben fatti e anche sostenibili”, ribadendo la qualità italiana nei cosiddetti settori delle quattro A, ovvero, alimentare, abbigliamento, arredo e automazione.

“Il Made in Italy – ha affermato il ministro – non è un modello di produzione ma un modello di vita. L’eccellenza della nostra produzione si identifica nelle quattro I che sostengono il nostro modello, che corrispondono all’Identità, la riconoscibilità dei manufatti italiani nel mondo, l’Innovazione, alla quale sono dedicate una grande quantità di risorse del PNNR, l’Istruzione e l’Internazionalizzazione”.
A proposito dell’istruzione, il ministro Urso ha ricordato l’importanza delle competenze dei lavoratori delle imprese italiane, che spinge “chi acquista le nostre imprese a continuare a produrre nel nostro Paese”.

La manifattura torna in crescita dopo un anno

L’indice Pmi manifatturiero dell’Italia torna a segnalare crescita dopo un anno, con una lieve espansione sia degli ordini sia della produzione. L’indice Hcob Italy Manufacturing Purchasing Managers Index a marzo è risultato pari a 50,4, in crescita rispetto a 48,7 di febbraio.

Un risultato che conferma come per la prima volta dal marzo 2023 l’indice torni sopra la soglia dei 50 punti, quella che separa la contrazione dall’espansione dell’attività manifatturiera.
Il miglioramento dell’indice riflette, oltre ad output e ordini, questi ultimi in rialzo dopo un anno, il miglioramento nelle condizioni di occupazione, mentre un freno al Pmi arriva dagli acquisti, dal momento che le imprese stanno continuando a ricorrere alle scorte.

“Rispetto ai mesi precedenti la produzione ha visto un salto significativo”

Il lieve miglioramento delle vendite totali a marzo deriva in larga parte dalla domanda da parte di clienti ‘domestici’, riporta Ansa, mentre la domanda dall’estero è in lieve calo.
“Il settore manifatturiero italiano può tirare un sospiro di sollievo”, ha commentato Tariq Kamal Chaudhry, economista della Hamburg Commercial Bank che elabora l’indice in collaborazione con S&P Global.

“Dopo quasi un anno di difficoltà il Pmi Hcob è uscito dalla zona di contrazione, e con un valore di 50,4 l’Italia si unisce alla Spagna come seconda, fra le quattro maggiori economie europee, nel registrare espansione – ha spiegato Tariq Kama Chaudhry -. La produzione ha visto un salto significativo rispetto ai mesi precedenti”.

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Cybersecurity: le aziende investono oltre 100mila dollari all’anno per la formazione

Oltre il 70% delle aziende spende ogni anno oltre 100.000 dollari per la garantire l’aggiornamento dei propri dipendenti nel campo della cybersecurity.
Tuttavia, le aziende evidenziano anche la mancanza di corsi mirati a coprire nuove aree di interesse nel mercato della formazione, e dichiarano che i training non sempre portano i risultati attesi.

Emerge dalla ricerca di Kaspersky dal titolo The portrait of the modern Information Security Professional, che inoltre esamina il problema della carenza di personale a livello globale nel campo della cybersecurity, analizzando le motivazioni e identificando i metodi di valutazione e aggiornamento della workforce aziendale dedicata alla sicurezza IT.

Per il 39% dei professionisti la formazione aziendale non è sufficiente

Secondo la ricerca, le aziende per l’aggiornamento dei propri team di cybersecurity investono in modo significativo. In particolare, il 43% spende abitualmente tra i 100.000 e i 200.000 dollari all’anno, il 31% addirittura più di 200.000 dollari, mentre il restante 26% investe abitualmente meno di 100.000 dollari.

Inoltre, la ricerca ha rivelato che il 39% dei professionisti della cybersecurity (un dato che sale al 42% in Europa) ritiene che la formazione aziendale non sia sufficiente. Per essere competitivi sul mercato e aggiornare le conoscenze e le competenze, i professionisti sono infatti disposti a frequentare ulteriori corsi di formazione a proprie spese. Tuttavia, osservano che il mercato della formazione fatica a stare al passo con un settore in rapida evoluzione e non riesce a fornire in tempo i programmi di aggiornamento necessari.

Pochi corsi affrontano i nuovi ambiti di interesse

La ricerca mostra che la scarsità di corsi che coprono nuovi ambiti di interesse (49%) è il problema principale per chi cerca una formazione sulla cybersecurity.
Il 47% degli intervistati afferma poi che i tirocinanti tendono a dimenticare quanto appreso perché non hanno avuto la possibilità di applicare le conoscenze appena acquisite, quindi per loro i corsi si sono rivelati inefficaci.

E per il 45% degli operatori risulta complicato richiedere prerequisiti formativi specializzati, come la codifica e la programmazione avanzata, che non sono stati specificati durante la fase di pre-registrazione.

Migliorare le competenze interne più efficace di cercare sempre nuovi candidati

“Con un panorama di minacce in costante evoluzione, le aziende dovrebbero migliorare continuamente le competenze del proprio personale responsabile della cybersecurity per essere preparate ad affrontare sofisticati attacchi informatici – commenta Veniamin Levtsov, VP, Center of Corporate Business Expertise di Kaspersky -. Lo sviluppo di specialisti di alto profilo all’interno dell’azienda e la creazione di competenze interne possono essere una strategia efficace per le organizzazioni che vogliono fidelizzare i propri dipendenti e permettergli di crescere professionalmente, invece di andare costantemente alla ricerca di nuovi candidati e verificare il loro background professionale e le competenze pratiche”.

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Rapporto Censis: il vero e il falso della comunicazione

Nell’era biomediatica, alcuni mezzi sono in grado di raccogliere un vasto pubblico e rispondere alle diverse esigenze comunicative. Secondo il 19° Rapporto sulla comunicazione del Censis, a svolgere questo compito è ancora la televisione, ma è la radio che continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media.
Nel 2023 a guardare la tv è il 95,9% degli italiani (+0,8%) e il 56,1% la tv via internet (+3,3%). Il vero boom però è della mobile tv, passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 33,6%.

Nell’era del politically correct, per gli italiani (75,8%) i media non dovrebbero mai usare espressioni ritenute offensive o discriminatorie da alcune categorie di persone. Ma quando si passa alla vita quotidiana, il 69,3% è infastidito dal fatto che ci sia sempre qualcuno che si offende se si pronuncia qualche frase ritenuta inopportuna.

Consolidamento di internet, smartphone, social network

Tra il 2022 e il 2023 si registra un consolidamento dell’impiego di internet (89,1% di utenza, +1,1%), e si evidenzia una sovrapposizione quasi perfetta con quanti utilizzano gli smartphone (88,2%), e molto prossima agli utilizzatori di social network (82,0%).

E se per i media a stampa si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, tra i giovani (14-29 anni) il 93,0% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram, il 56,5% TikTok.
In lieve flessione, oltre a Facebook, anche Spotify e Twitter. Colpisce la discesa di Telegram (dal 37,2% del 2022 al 26,3%) e Snapchat (dal 23,3% all’11,4%).

AI: l’incertezza sul futuro 

Il 74,0% degli italiani ritiene che gli sviluppi dell’Intelligenza artificiale al momento siano imprevedibili. In percentuali pressoché analoghe vengono espressi giudizi sia ottimistici sia pessimistici sugli effetti che l’AI potrà produrre.
Tra gli ottimisti, il 73,2% pensa che le macchine non potranno mai sviluppare una vera forma di intelligenza come gli umani, tra i pessimisti, il 63,9% teme che sarà la fine dell’empatia umana.

Allarmisti anche quanti credono che non sapremo più distinguere il vero dal falso, con grandi rischi per le democrazie (68,3%), e c’è chi pensa che sarà la fine della privacy perché saremo tutti controllati dagli algoritmi (66,3%).

Carta stampata in crisi perenne, segnali di ripresa per i libri

Per i media a stampa si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola. Nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, nel 2023 dal 22,0% (-3,4% in un anno e -45,0% in quindici anni).
Si registra ancora una limatura dei lettori di settimanali (-1,7%) e mensili (-2,8%), e diminuiscono anche gli utenti dei quotidiani online (30,5%, -2,5% in un anno), mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione (58,1%, +21,6% dal 2011).

Nel 2023 però si arresta l’emorragia di lettori di libri. Gli italiani che leggono libri cartacei sono il 45,8% (+3,1% rispetto al 2022 ma -13,6% rispetto al 2007). La ripresa non riguarda i lettori di e-book, che rimangono stabili al 12,7% (-0,6%).

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La trasformazione della distribuzione IT

Il mondo della distribuzione italiana chiude l’anno 2023 con una performance negativa. L’anno si è infatti chiuso con un calo del 7,8% rispetto al fatturato registrato l’anno precedente. I dati sono contenuti nel Panel Distribuzione GfK ed evidenziano una contrazione generalizzata in tutti i principali settori, coinvolgendo sia il lato Consumer (-10,6%) che gli investimenti nel segmento Business (-6,1%).

Fine delle tensioni sull’offerta e ritorno ai prezzi prepandemici 

Il valore di mercato subisce una diminuzione anche a causa della cessazione delle tensioni sull’offerta dei prodotti, che ha riportato i prezzi unitari ai livelli pre-pandemici. Questo scenario presenta una sfida per gli attori della catena distributiva, che devono affrontare il problema del recupero della marginalità erosa da una sovrabbondanza di prodotti Tech rispetto alla domanda effettiva.

Rinascita della distribuzione IT end-to-end con la Supply Chain 4.0

La trasformazione della distribuzione IT end-to-end torna al centro dell’attenzione con l’avvento della Supply Chain 4.0. Caratterizzata dall’applicazione dell’Internet of Things, dalla robotica avanzata e dall’analisi dei big data, questa nuova era della gestione della filiera richiede l’implementazione di processi avanzati come la pianificazione analitica della domanda o S&OP integrato, diventati ormai elementi consolidati nelle aziende.

Il ruolo chiave del processo S&OP nell’ottimizzazione della Supply Chain

Un processo di S&OP ben implementato rivede i piani di allineamento tra la domanda del cliente e le forniture, consentendo al management team di analizzare le performance e definire strategie future.
Ad esempio, prodotti con breve ciclo di vita e alta variabilità della domanda richiedono una revisione più frequente del processo S&OP rispetto a quelli con domanda a bassa variabilità. Un S&OP efficace diventa quindi fondamentale per una gestione ottimale dell’intera Supply Chain.

L’influenza delle tecnologie emergenti nella gestione della Supply Chain

Negli ultimi anni, sono emerse diverse tecnologie che stanno alterando i modi tradizionali di lavorare nel settore della gestione della Supply Chain. Questi includono l’intelligenza artificiale generativa (AI), l’analisi dei dati, l’automazione, l’apprendimento automatico, l’Internet of Things (IoT), la blockchain e altro ancora. La prospettiva di una catena di approvvigionamento intelligente sembra destinata a diventare la nuova normalità nei prossimi anni.

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Mercato immobiliare: sono 235.725 le compravendite nel II trimestre 2023  

Sono 235.725 le convenzioni notarili di compravendita e gli altri atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari nel II trimestre 2023.
La variazione percentuale sul dato destagionalizzato è di -4,1% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua sul dato non destagionalizzato è di -16,0%.

Nel confronto congiunturale l’abitativo segna variazioni percentuali negative in tutte le ripartizioni geografiche del Paese (Nord-Ovest -5,9%, Nord-Est -5,1%, Sud -4,1%, Centro -2,4%), fatta eccezione per le Isole, che rimangono sostanzialmente stabili (+0,1%).
Il settore economico è in diminuzione su tutto il territorio nazionale. Nel Nord-Ovest -5,4%, nelle Isole -3,2%, al Centro -3,0%, nel Sud -0,6% e nel Nord-est -0,4%.

Il 94,0% delle convenzioni stipulate riguarda i trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (221.514), il 5,7% quelli a uso economico (13.373) e lo 0,4% le convenzioni a uso speciale e multiproprietà (838).

In un anno variazioni percentuali negative in tutto il Paese

Rispetto al II trimestre 2022 le transazioni immobiliari diminuiscono del 16,7% nel comparto abitativo e dell’1,5% nell’economico.
A livello territoriale il settore abitativo segna, su base annua, variazioni percentuali negative in tutto il Paese: Nord-Ovest -21,6%, Centro -17,8%, Sud -14,8%, Nord-Est -13,8% e Isole -5,5%. 

Il settore economico diminuisce nel Nord-Ovest (-6,5%), nel Centro (-6,4%) e nelle Isole (-4,2%), mentre aumenta nel Nord-Est (+6,2%) e al Sud (+4,9%). Nel settore abitativo le compravendite si riducono sia nei grandi sia nei piccoli centri (rispettivamente, -20,9% e -13,5%), in quello economico, diminuiscono nei grandi centri (-6,6%) e aumentano nei piccoli (+2,1%).

Mutui: -7,3% rispetto al I trimestre

Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sono 78.512. La variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è di -7,3% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato non destagionalizzato è di -35,3%.

Il calo interessa tutto il territorio su base sia congiunturale (Sud -9,5%, Nord-Ovest -8,4%, Nord-Est -7,6%, Isole -6,3% e Centro -3,9%) sia annua (Nord-Ovest -40,6%, Centro -36,2%, Sud -32,5%, Nord-Est -30,4%, Isole -27,6%), le città metropolitane -39,5% e i piccoli centri -31,7%.

Primi sei mesi del 2023: mercato a -13,7%

Nel I semestre 2023 il mercato immobiliare, con 446.416 convenzioni notarili di compravendita, registra un andamento in ribasso rispetto allo stesso periodo del 2022 (-13,7%). La flessione interessa il settore abitativo (-14,4%), con variazioni negative superiori alla media nazionale nel Nord-Ovest (-19,3%) e al Centro (-17,0%), più lieve nel Nord-est -11,1%, Sud -10,2% e Isole -5,2%.

Il settore economico è stabile a livello nazionale, mentre registra un andamento differenziato per area geografica, con una crescita al Sud (+5,2%) e nel Nord-Est (+4,6%) e una contrazione al Centro (-4,2%), nel Nord-Ovest (-3,1%) e nelle Isole (-1,8%).
Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (152.094 nel I semestre 2023) sono in forte calo (-33,3%). Soprattutto al Nord-ovest (-38,7%) e il Centro (-35,1%), più contenuta al Sud -29,2%, Nord-Est -28,1% e Isole -26,6%.

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Spesa in contenuti digitali: nel 2023 vale 3,6 miliardi di euro

A quanto emerge dall’Osservatorio Digital Content, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, la spesa dei consumatori italiani in contenuti digitali d’informazione e intrattenimento nel 2023 raggiunge 3,6 miliardi di euro, +5% rispetto al 2022.

A contribuire allo sviluppo, il rinnovato interesse da parte degli utenti per una vasta gamma di contenuti digitali. In particolare, l’informazione, i video di intrattenimento e i contenuti musicali.
Il mercato dei contenuti digitali si articola in due macro-componenti: la spesa degli utenti per fruire dei contenuti attraverso sottoscrizione di abbonamenti o l’acquisto di singoli contenuti, e la raccolta pubblicitaria.

Il Video Intrattenimento prede il volo

Il settore più rilevante in valore assoluto è il Video Intrattenimento che pesa il 44% della spesa totale (circa 1,6 miliardi), e cresce anno su anno del +7% in termini di spesa del consumatore e del +14% per la raccolta pubblicitaria. Influiscono sui numeri del settore l’aumento dei prezzi, i nuovi modelli di abbonamento ibridi, che includono anche annunci pubblicitari, e il potenziato contrasto alla pirateria.

Cresce (+18%) anche il settore dell’Audio Digitale (musica, audiolibri, podcast), seppur rappresenti solo il 9% del totale del mercato (circa 325 milioni).
Informazione ed eBook rimangono invece ancora poco rilevanti in termini assoluti (5% della spesa totale, 170 milioni). Mentre il Gaming, grazie alla diffusione di consolle digital only, torna a crescere (+2%) coprendo il 42% della spesa (oltre 1,5 miliardi).

Le tendenze dei consumatori

Secondo i dati BVA Doxa, nel 2023 i contenuti più fruiti dagli utenti italiani (80%) sono informazione, video di intrattenimento e contenuti musicali, seguiti da riviste, videogiochi e podcast. Seppur eBook e audiolibri catturino l’interesse solo di circa un terzo del campione, insieme ai podcast risultano quelli con il maggiore potenziale di crescita nel prossimo futuro.

I consumatori italiani dichiarano che il tempo dedicato ai contenuti digitali rimarrà stabile nei prossimi 12 mesi.
I video di intrattenimento on-demand risultano centrali in termini di spesa, con poco meno dei due terzi di consumatori italiani che fruiscono di questo contenuto a pagamento. Nonostante la maggioranza intenda mantenere costante il budget mensile, la tendenza e di aumentare, seppur in modo contenuto, piuttosto che ridurre la spesa, specialmente nell’ambito informazione e audiolibri.

I trend tecnologici emergenti

Il concetto di Web3 rende possibile lo sviluppo di nuove modalità di distribuzione e commercializzazione dei contenuti digitali. Alcuni esempi di impatti tangibili potrebbero essere la ridefinizione del concetto di proprietà digitale, una maggiore tracciabilità e trasparenza nella filiera associate all’idea di equo compenso per i differenti attori, e la creazione di mercati secondari.

L’AI generativa, nel 2023 ha avuto la sua consacrazione, e l’industria dei contenuti digitali si sta interrogando su quale sia il perimetro per il suo utilizzo. Per quanto riguarda il metaverso, si è invece assistito a una riduzione degli investimenti, anche a fronte di un cambio di focus proprio verso il tema dell’AI.

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Preferenze di acquisto: on line batte negozio fisico? 

Gli acquisti on line sono ormai una prassi consolidata, tanto che la media per i cittadini è di almeno due “spese” al mese. Lo rivela il Global Consumer Trends Report di BigCommerce e Retail Dive, che evidenzia come le abitudini di acquisto stiano subendo una significativa trasformazione.

Il 39% delle 1.300 persone intervistate in Europa, Nord America, Medio Oriente e Africa preferisce acquistare online, mentre solo il 21% predilige l’esperienza di acquisto in negozio fisico.

Shopping on line, il 77% dei compratori ha speso di più rispetto l’anno precedente 

Un dato interessante è che il 77% degli acquirenti online ha speso nel 2023 quanto o più rispetto all’anno precedente. Questo aumento è attribuibile principalmente alla convenienza e flessibilità degli acquisti online, uniti alla possibilità di ricevere sconti esclusivi e omaggi. SI tratta di un insieme di elementi chiave che caratterizzano l’esperienza digitale di shopping.

Frequenza degli acquisti online

La maggior parte degli intervistati (76%) effettua acquisti online almeno due volte al mese tramite siti web, app o social media, mentre il 49% compie almeno un acquisto online a settimana. Ma dove si concentrano le sessioni di shopping sul web? I settori più popolari per gli acquisti includono abbigliamento e accessori (47%), salute e bellezza (40%) e ristoranti e generi alimentari (36%).

Le categorie di acquisti su abbonamento vedono in testa i generi alimentari (30%), seguiti da intrattenimento (22%) e cosmetici/cura del corpo (21%).

La spedizione gratuita è un vero driver di vendita

Il 40% degli acquirenti online indica la consegna gratuita come prima aspettativa durante l’esperienza dello shopping. Un altro 35% del campione considera le spese di reso come un inconveniente e quindi un “deterrente”. Non per niente, il 26% degli intervistati ha abbandonato il carrello della spesa online nei precedenti tre mesi a causa dei costi di spedizione. 

Ricerche e comparazioni prima di acquistare

Gli acquirenti online effettuano ricerche su una varietà di media, inclusi l’utilizzo dell’app del rivenditore (54%), siti web via mobile (50%) o desktop (49%). Le ricerche avvengono principalmente su dispositivi mobili (61%), seguite da quelle sul web (57%) e su marketplace (57%). La ricerca e il confronto dei prezzi con rivenditori concorrenti sono ormai prassi abituale. Infatti il 95% dei consumatori dichiara di confrontare i prezzi prima di effettuare un acquisto.

L’exploit del Buy Now, Pay Later (BNPL)

Il 23% degli acquirenti intervistati ha utilizzato come metodo di pagamento il “Buy Now, Pay Later” (BNPL), manifestando un crescente interesse verso questa opzione. Nonostante la prevalenza delle carte di credito o debito (93%) al momento del checkout, il BNPL sta guadagnando popolarità come alternativa di pagamento.

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Clonazione vocale con l’AI, quali sono i rischi?

La tecnologia di clonazione vocale basata sull’intelligenza artificiale (AI) ha compiuto progressi notevoli negli ultimi anni, mostrando una crescente sofisticazione e realismo. Questo sviluppo ha aperto nuove opportunità in diversi settori, inclusi l’intrattenimento, l’assistenza clienti e le interazioni virtuali.

Però, come spesso accade, insieme ai benefici emergono anche potenziali minacce, in particolare l’uso fraudolento di questa tecnologia.

Bastano 5 secondi per replicare una voce

La clonazione vocale AI riguarda la creazione di un modello digitale della voce di un individuo, consentendo la generazione di parole e frasi mai pronunciate da quella persona. Ad esempio, con soli 5 secondi di registrazione vocale, alcuni software avanzati possono creare un clone vocale incredibilmente convincente.

Questa capacità può essere sfruttata da truffatori per imitare persone care, figure di fiducia o autorità, al fine di indurre le vittime a cedere denaro o informazioni sensibili.

Un nuovo terreno per i cybercriminali

Secondo un rapporto dell’FBI del 2020, i crimini informatici hanno causato perdite superiori a 4,2 miliardi di dollari negli Stati Uniti, con le truffe vocali che rappresentano una parte significativa di tali reati.

Le truffe vocali AI stanno diventando sempre più sofisticate, rendendo difficile per le persone distinguere tra una voce clonata e una reale.

Verificare l’identità di chi telefona

Per proteggersi da queste truffe, esistono diverse misure che individui e organizzazioni possono adottare. È consigliabile verificare sempre l’identità del chiamante, specialmente in caso di richieste di denaro o dati personali. Questa verifica può includere il richiamo attraverso numeri di telefono ufficiali. L’educazione su tattiche e tecniche utilizzate dai truffatori è fondamentale per ridurre il rischio di essere ingannati, e condividere queste informazioni con amici e familiari può essere utile.

Attenzione alla propria privacy

Inoltre, l’utilizzo di tecnologie di sicurezza, come soluzioni software in grado di analizzare le caratteristiche vocali per rilevare eventuali imitazioni, può offrire un livello di protezione aggiuntivo.

Infine, mantenere la propria privacy limitando la quantità di informazioni personali condivise pubblicamente, soprattutto sui social media, può ridurre le possibilità che la propria voce venga clonata.

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