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Come scegliere uno smartwatch da acquistare?

Un dispositivo indossabile molto simile a un normale orologio da polso ma con numerose funzionalità: è lo smartwatch, divenuto ormai un ‘must’ tra gli accessori high-tech. Non stupisce quindi come le ricerche per individuare quello più adatto alle esigenze personali siano spesso lunghe e laboriose. È quanto evidenzia lo Smartwatch Market Insight Report di Huawei: in media occorrono circa tre settimane per scegliere lo smartwatch ‘giusto’. Un dato che prescinde dalla fascia di prezzo, poiché il costo è solo uno degli aspetti da valutare. Ma dove e come cercare uno smartwatch? Oltre al classico ‘passaparola’ vi sono certamente i portali specializzati, come Recensioniorologi.it, dove reperire schede e recensioni ricche di informazioni utili per individuare i migliori smartwatch sul mercato per prezzo, funzionalità e prestazioni.

I fattori che influenzano la scelta

Sulla base del Report di Huawei il costo sembra essere un fattore secondario, sia per i cosiddetti ‘power user’ sia per l’acquirente medio, interessato anche ad aspetti secondari come vestibilità, design o l’appeal del brand. Le caratteristiche che sembrano interessare maggiormente i potenziali acquirenti sono l’aggiornamento tecnologico e la facilità di utilizzo. I futuri utilizzatori tendono infatti ad accertarsi che il dispositivo sia equipaggiato con un software recente, meglio se compatibile con il sistema operativo del proprio smartphone. Non meno importante è la qualità costruttiva. In genere riscuotono maggior successo i prodotti di qualità, solidi e resistenti. Non a caso, il 67% degli intervistati menziona la resistenza all’acqua come una delle caratteristiche imprescindibili.

Preferenze soggettive

Le prerogative tecnologiche e costruttive di uno smartwatch fanno il paio con preferenze di carattere strettamente personale. Pertanto, è difficile circoscrivere un range di prodotti ‘ideali’, dal momento che molte caratteristiche di ciascun device possono intercettare il gusto di una nicchia più o meno ampia di pubblico. Da questo punto di vista, forma e dimensioni del quadrante, design e vestibilità del cinturino sono discriminanti tutt’altro che secondarie. Il 55% dei possessori di smartwatch di fascia alta (valore di mercato superiore ai 250 euro) dichiara infatti di avere a disposizione cinturini di ricambio da scegliere in base al contesto di utilizzo, mentre il restante 45% cambia il cinturino solo quando si rompe.

Il design del quadrante

Per quanto riguarda il quadrante grande attenzione viene rivolta al design, non solo in termini di forma e dimensioni, ma anche in relazione alla watchface. La tendenza a cambiarla con regolarità risulta maggiore tra i possessori di device di fascia alta (prezzo superiore ai 200 euro) rispetto a quelli che utilizzano modelli più economici. Inoltre, rientrano tra i parametri di scelta anche le funzionalità. Una buona percentuale di utenti non va molto oltre quelle base, come connettività con smartphone e monitoraggio delle funzioni fisiologiche durante l’attività sportiva. Ma in fase di scelta le funzionalità rappresentano un fattore spesso decisivo per l’acquisto di un prodotto al posto di un altro.

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Vacanze invernali? La montagna in vetta alle preferenze

I dati del turismo italiano sono, per fortuna, tornati positivi. Il 2022 è stato a tutti gli effetti l’anno della ripresa dei viaggi e delle vacanze. In quest’ottica è interessante scoprire quali sono le mete e le tipologie di vacanze preferite dai nostri connazionali. Insomma, come è andato e come sta andando l’inverno e quali sono le destinazioni predilette? La risposta è facile: vince la montagna.

12 milioni in quota

Sono 12 milioni gli italiani che scelgono la montagna nel primo trimestre di quest’anno: 7,5 milioni fanno soggiorni di una settimana o un periodo un po’ più breve, per i restanti 4,5, si tratta invece di escursioni giornaliere. Secondo i dati dell’Osservatorio Confcommercio-Swg, la spesa media è di 540 euro a testa. Quasi 9 vacanzieri su 10 scelgono le mete nazionali: a fare da padrone è l’arco alpino, in primis le destinazioni del Trentino Alto Adige, seguite da Lombardia e Valle d’Aosta, ma con buone performance anche di Piemonte, Veneto e Friuli. Non mancano i turisti che raggiungono destinazioni estere: primeggiano le “vette” svizzere, seguite da quelle di Austria e Francia. 

Natura, cibo, relax e shopping le motivazioni del viaggio

Le motivazioni delle vacanze in montagna sono cambiate dopo la pandemia: escursioni naturalistiche, degustazioni enogastronomiche, relax in Spa e centri benessere, shopping sono le quattro attività più importanti indicati dagli intervistati. Solo al quinto posto la pratica dello sci e di altri sport invernali Resta comunque alta, per chi sceglie questo tipo esperienza, l’attenzione per lo stato dell’innevamento naturale: sono 4 su 10 i vacanzieri che dichiarano che, in assenza di neve, preferiscono cambiare i programmi di vacanza.

A Carnevale si va nelle città d’arte

In base alle stime, la settimana di Carnevale vedrà ben 4,4 milioni di italiani muoversi sicuramente per un piccolo viaggio. A questi si aggiungono altri 1,9 ancora indecisi ma propensi a spostarsi per una vacanza che, nel 50% dei casi, è fuori regione se non addirittura all’estero. Città d’arte o grandi città sono le destinazioni preferite in 4 casi su 10. A Carnevale i portafogli sembrano essere un po’ più “capienti”: si spendono in media 410 euro a testa per una vacanza, per una spesa complessiva di quasi 3 miliardi. Il consuntivo delle festività di fine anno, comunque, si è chiuso bene, con circa 25 milioni di Italiani in viaggio tra Natale e l’Epifania, e il 2023, anno dei ponti, sembra avviarsi sotto buoni auspici. L’indice di propensione al viaggio dei connazionali sale a quota 63 – su scala da 0 a 100 – due punti sopra gennaio 2022 e sostanzialmente in linea con i livelli pre-pandemia.

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Vivere sano: è vero che i consigli “tradizionali” non hanno base scientifica?

Più che consigli sono luoghi comuni, e sono tutti confutabili. Si tratta delle tradizionali raccomandazioni intorno alla salute e alla qualità del viver sano, dall’importanza della prima colazione ai 10.000 passi da fare ogni giorno. La prima colazione non è infatti il pasto più importante della giornata, dipende dall’orario in cui la si fa, da cosa e quanto si mangia. E quanto ai 10.000 passi al giorno, si scopre che quando questo luogo comune è apparso per la prima volta negli anni ’60 “non era basato su alcun aspetto scientifico”, scrive il Guardian. Certo, potrebbe valere solo come buon consiglio. “I rendimenti decrescenti entrano in gioco intorno ai 10.000 – aggiunge il Guardian – ma fin lì, fai di più se puoi, un po’ più velocemente se possibile”.

Dalle 8 ore di sonno alle 5 porzioni di frutta e verdura al giorno

Il sonno è individuale, il tempo dipende dalle esigenze personali di ciascuno, dalle abitudini, e dalla routine. La raccomandazione di ‘dormire almeno 8 ore’ è un buon consiglio, ma anche in qualche modo arbitraria. Molti studi hanno poi scoperto che se consumare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno è associato a un miglioramento della salute, ci sono anche prove che possano essere utili fino a 10 porzioni giornaliere. In linea generale, coloro che consumano più frutta e verdura hanno minori rischi di declino cognitivo, demenza e diabete, meno stress, e maggiore è la varietà, meglio è. Verdure a foglia verde scuro e crucifere (broccoli, cavoletti di Bruxelles e cavoli) sono alcune delle verdure più dense dal punto di vista nutrizionale.

Almeno 2 litri di acqua (e un bicchiere di vino)

Rimanere idratati è importante, ma la raccomandazione di bere due litri di acqua al giorno, sebbene ragionevole, non si basa su dati scientifici. Una quantità adeguata d’acqua per gli adulti è di 2,5 litri, ma la maggior parte di questa quantità si trova nei cibi che vengono preparati. La vecchia raccomandazione di bere un bicchiere di vino ogni sera si basa invece sull’evidenza che le persone classificate come ‘bevitori moderati’ (circa 1-2 bicchieri al giorno) sembrano mostrare un rischio inferiore per alcune malattie.
Tuttavia, uno studio su 36.000 adulti ha rilevato che anche uno o due drink al giorno potrebbero ridurre le possibilità di un invecchiamento sano e ridurre le dimensioni del cervello. 

Carne rossa: fa male? Dipende

La carne rossa viene spesso sconsigliata perché contiene molti grassi saturi, e diversi studi hanno mostrato un’associazione tra la maggiore assunzione di carne rossa e l’aumentato rischio di cancro alla prostata e malattie cardiache. Ora è opinione diffusa che le associazioni tra carne rossa e rischio di malattia possano essere confuse, perché molti studi non distinguono tra l’assunzione di carni rosse lavorate (bacon, salsicce, hamburger e salumi) e non trasformate. Diversi studi recenti, riporta AGI, hanno invece stabilito che mangiare carne rossa non trasformata potrebbe non aumentare questi rischi, specie cardiaci. E le principali organizzazioni sanitarie raccomandano di continuare a mangiare carne rossa non trasformata.

Come proteggere la porta di ingresso di un ufficio dai ladri

All’interno di un ufficio sono custodite numerose apparecchiature che hanno certamente un importante valore economico.

Dai computer ai dispositivi elettronici di vario tipo infatti, ogni attrezzatura ha un valore intrinseco non indifferente, considerando inoltre che tutti i dati relativi alla propria attività sono custoditi proprio al loro interno.

A parte questo ci sono attrezzature da lavoro, macchinari e arredi che possono essere oggetto delle mire di eventuali malintenzionati e che per questo sono da proteggere.

Ecco allora di seguito alcuni metodi efficaci per mettere in sicurezza la porta di ingresso di un ufficio ed impedire l’accesso a chi non è autorizzato.

Una porta blindata

Certamente ricorrere ad una porta blindata è già una ottima soluzione. Le porte blindate di nuova generazione sono infatti assolutamente resistenti ad ogni tentativo di effrazione e garantiscono un livello di sicurezza molto alto.

Tra l’altro il solo tentativo di forzarla può richiedere del tempo che chiaramente i ladri non hanno a disposizione, oltre agli eventuali rumori che verrebbero prodotti e che insospettirebbero i passanti o i vicini.

Dunque una soluzione dalla quale partire potrebbe essere proprio una porta blindata di nuova generazione.

Chiavistello e seconda serratura

L’ultima idea è quella di far installare un chiavistello (di quelli senza segni all’esterno) che vada ad assicurare ancora di più la porta.

Inoltre, è una buona idea quella di fare installare una seconda serratura per un livello maggiore di sicurezza. Si tratta certamente di un ulteriore deterrente che consente di aumentare il livello di sicurezza.

La videosorveglianza

Una telecamera puntata direttamente sulla porta di ingresso del tuo ufficio rappresenta un deterrente non da poco.

Infatti, sapere che il proprio volto potrebbe essere registrato dalle telecamere e successivamente mostrato agli inquirenti è già di per sé un buon motivo per lasciar perdere.

Molto importante a tal proposito è avvisare tutti i passanti (e gli eventuali malintenzionati) della presenza delle telecamere mediante apposita cartellonistica.

Un sensore senza fili

Grazie ad appositi sensori che rilevano qualsiasi tipo di passaggio dalla porta quando vengono attivati, è possibile far scattare un allarme sonoro (o ricevere una notifica sul cellulare) in maniera tale da indurre i malintenzionati a fuggire ed in ogni caso ad avvisare del tentativo di effrazione in corso.

È una tecnologia che non è facile da aggirare e per questo rappresenta una risorsa da considerare quando si desidera aumentare il livello di sicurezza della porta principale del proprio ufficio.

Una inferriata apribile

Una inferriata apribile rappresenta una ulteriore barriera a protezione della tua porta d’ingresso.

Dunque si tratta di un impedimento fisico che si deve necessariamente superare se si desidera accedere all’interno dell’ufficio.

Consideriamo anche in questo caso il tempo necessario per il tentativo di effrazione e l’eventuale rumore prodotto, due elementi che già di per sé sono sufficienti a far desistere qualsiasi malintenzionato.

All’inferriata apribile è possibile abbinare delle grate di sicurezza nel caso in cui ci siano delle finestre.

Conclusione

Come consiglio finale, possiamo suggerirti di non pubblicizzare sui social network eventuali periodi di ferie o chiusura del tuo ufficio: molti malintenzionati infatti, controllano proprio i social network per capire quale potrebbe essere il momento buono per mettere a segno un colpo considerando assenza prolungata dei titolari o dipendenti.

Dunque, adottare questi sistemi di protezione significa effettivamente aver messo in sicurezza la porta del proprio ufficio, e di conseguenza salvaguardare tutti quei dispositivi o documenti che sono preziosi per il proprio lavoro, non soltanto dal punto di vista economico.

Se non ti è possibile provvedere a mettere in pratica tutte queste soluzioni in un arco breve di tempo, comincia comunque ad apportarli uno dopo l’altro per aumentare progressivamente il livello di sicurezza.

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Meno meeting ma più mirati: così migliora l’efficienza aziendale

Se c’è un aspetto che la pandemia ha veramente rivoluzionato è la modalità del lavoro. Che da tradizionale, alla propria scrivania e in ufficio, è stato catapultato verso nuove formule, come lo smart working. Spesso rivelando che il “nuovo” è spesso più produttivo ed efficace di quello che ritenevano assodato. In sintesi, le aziende hanno dovuto adattarsi in fretta ai cambiamenti obbligati e, passata la tempesta, quelle più lungimiranti hanno esplorato le modalità in cui le attività di business potevano essere ripensate sulla base delle esperienze fatte. È interessante capire in che modo molte organizzazioni abbiano imparato a sfruttare questa situazione per cogliere l’opportunità di rinnovarsi e migliorarsi al fine di soddisfare le esigenze di clienti e dipendenti. Da una recente indagine interna realizzata da Verizon in collaborazione con Boston Consulting Group, ad esempio, emerge come, solo cambiando l’approccio con cui si svolgono i meeting, si possano ottenere grandi risultati in termini di produttività.

Il ruolo della tecnologia

Per far sì che le aziende affrontino efficacemente questi nuovi approcci al lavoro, è necessario disporre prima di tutto infrastrutture tecnologiche, standard di sicurezza e soluzioni adeguate, insieme alle competenze e alle risorse giuste, come sostiene Sampah Sowmyanarayan, Chief Revenue Officer di Verizon Business.
Inizialmente, il rapido passaggio a un modello di lavoro da remoto o distribuito è stato uno shock per il sistema, ma ora può essere visto dalle aziende come un’opportunità per plasmare il modo in cui i dipendenti adottano i nuovi strumenti e si adattano ai nuovi processi di collaborazione. Per avere un impatto significativo, non sono necessari grandi cambiamenti, bastano, invece, piccole azioni per fare una grande differenza, come ad esempio: adottare pratiche semplici e di impatto per migliorare le riunioni; pianificare meeting di 25 o 50 minuti con un orario di inizio ritardato di 5-10 minuti; indicare chiaramente lo scopo e l’ordine del giorno sull’invito alla riunione; rivalutare la necessità di riunioni periodiche ricorrenti; verificare la reale necessità dei meeting e la possibilità di sostituirli con modalità di lavoro asincrone, ad esempio e-mail, chat, documenti condivisi o revisione offline.

Vietato perdere tempo

Nel corso dell’indagine interna, portata avanti per un mese, Verizon Business ha analizzato le abitudini relative alla partecipazione ai meeting di un team di circa 150 dipendenti, monitorando i risultati relativi alle varie modifiche apportate alle riunioni. Per tutto il mese sono stati inviati ai partecipanti sondaggi giornalieri e settimanali per un feedback continuo, consentendo l’evoluzione in tempo reale di processi e attività. I risultati sono stati straordinariamente positivi, a dimostrazione dell’impatto che possono avere anche piccoli cambiamenti: il 90% dei partecipanti ha affermato che i nuovi modi di gestire le riunioni hanno contribuito a migliorare l’efficacia complessiva delle stesse; l’83% ha affermato di sentirsi più a suo agio nel lavorare attraverso modalità asincrone, come e-mail, strumenti di collaborazione e documenti condivisi; il 78% ha affermato di sentirsi come se stesse perdendo meno tempo, evitando di prendere parte a riunioni in cui non è richiesta la partecipazione dal vivo.

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