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Diversità, equità, inclusione: le PMI sono ancora “acerbe”

Le Pmi italiane hanno una concezione poco moderna rispetto ai temi di equità, inclusione e valorizzazione delle diversità. Una visione ancora acerba e prevalentemente ‘teorica’, dove l’approccio all’inclusività è spesso frutto della soggettività del singolo e della propria esperienza personale. È quanto emerge dalla ricerca Diversità, Equità, Inclusione nelle PMI italiane, commissionata da Valore D a Nomisma. Sono infatti molte le realtà che non ritengono di aver bisogno di iniziative DEI, non individuano alcun vantaggio nell’adottarle e non hanno all’interno una figura dedicata né un budget allocato. Limitata, inoltre, è anche la presenza femminile, e scarsa la conoscenza della certificazione di genere tra le aziende.

Say-Do-Gap

Emerge quindi una divergenza tra teoria e pratica nell’affrontare le tematiche DEI. Nonostante una crescente attenzione verso gli ambiti che riguardano la sostenibilità, questa non si traduce in priorità di business per le aziende. Infatti, per il 20% delle Pmi questi aspetti rivestono un ruolo secondario e per il 21% non hanno alcun ruolo. Più in particolare, se il 59% delle Pmi adotta iniziative concrete a favore di diversità e inclusione, le dimensioni aziendali influiscono sull’approccio a questi temi. Le aziende di dimensioni più ridotte adottano nel 61% dei casi iniziative singole, mentre le medie imprese tendono ad avviare con maggiore frequenza (72%) veri e propri percorsi strategici.

Per il 41% le iniziative DEI sono secondarie o non importanti 

In generale le Pmi hanno difficoltà a percepire i vantaggi nel lungo periodo collegati alle iniziative DEI, considerate secondarie o non importanti dal 41% degli intervistati. Solo il 16% ha al suo interno una figura dedicata alla gestione DEI, e poco diffusi sono anche i responsabili degli aspetti di sostenibilità (35%). Nelle imprese che non hanno figure specifiche dedicate, la gestione è affidata alla dirigenza aziendale (titolare/imprenditore, AD, direttore generale, 44%) mentre per circa una PMI su tre non è prevista una delega specifica. Il 72% delle Pmi, poi, non ha attualmente, e non prevede in futuro, un budget dedicato a queste tematiche, numero che sale all’80% per quanto riguarda le piccole imprese.

Parità e certificazione 

Si evidenzia pertanto la mancanza di una visione moderna dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità. Spesso le azioni intraprese si limitano a iniziative di welfare e conciliazione vita/lavoro, e meno di una azienda su tre fa formazione sui temi DEI o networking con altre realtà. Quanto alla parità di genere, il 63% delle Pmi conosce l’esistenza di una certificazione, ma a oggi la quota di Pmi che ha ottenuto la certificazione è ancora minuscola (1% tra le medie imprese), anche se un’azienda su tre potrebbe richiederla già nel prossimo anno.  Inoltre, il campione intervistato evidenzia una scarsa presenza femminile a livello apicale. Nel 16% delle Pmi non ci sono donne in queste posizioni, e nel 57% le donne in posizioni apicali sono meno del 25%. 

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