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Parchi divertimento: un settore determinante per attrarre flussi turistici

Nel 2023 le imprese dell’industria dei parchi divertimento italiani investiranno oltre 120 milioni di euro tra ampliamenti e nuove attrazioni. Investimenti che hanno già comportato un incremento del 20% dei posti di lavoro, per un totale di oltre 30.000 occupati, di cui 20.000 assunzioni stagionali da inserire entro l’estate 2023 e 10.000 dipendenti fissi. Ma il comparto, costituito da 230 strutture tra parchi faunistici, avventura, tematici e acquatici, è destinato a crescere anche nel medio periodo. Nel prossimo triennio sono infatti previsti ulteriori progetti per 450 milioni di euro, con l’obiettivo di migliorare la competitività allineandosi ai big player internazionali per quantità, varietà e attrattività delle proposte.

La sostenibilità è una sfida anche per i parchi

Tra le sfide all’ordine del giorno c’è anche quella della sostenibilità, già concretizzata attraverso l’efficientemento di molte strutture e l’adozione di pratiche virtuose, a cui si sta affiancando lo sviluppo di impianti fotovoltaici per l’approvvigionamento autonomo e pulito dell’energia elettrica. Grande attenzione, inoltre, a un consumo sempre più attento e consapevole della risorsa idrica attraverso l’adozione di impianti di filtraggio e ricircolo ancora più performanti. Questo, abbinato allo studio di nuove tecnologie basate sull’utilizzo delle acque dei pozzi o del mare opportunamente trattate per evitare lo spreco di acqua potabile.

Estate 2023: previsti oltre 20 milioni di visitatori 

Nel 2019, a fronte di 450 milioni di fatturato di biglietteria, l’indotto relativo a merchandising, ristorazione e altre attività interne ai parchi è stato di 1 miliardo di euro (2 miliardi se si considerano le attività esterne, come hotel, attività di manutenzione e altri servizi), per un totale di oltre 60.000 addetti.
Se il biennio pandemico ha bruciato oltre 250 milioni di euro di fatturato e decine di migliaia di posti di lavoro, il 2022 ha segnato una netta inversione di tendenza, con molte strutture tornate ai livelli del 2019. Sulla base di questo trend, e in linea con la ripresa dei flussi turistici verso l’Italia, si stima che il comparto sarà destinato a un nuovo periodo di sviluppo, superando già nel corso di questa stagione la barriera dei 20 milioni di visitatori italiani e 1,5 milioni di visitatori stranieri.

Puntare sulla sinergia con il patrimonio storico, culturale e naturalistico italiano

“La parola chiave è semplificazione – commenta Maurizio Crisanti, Segretario Associazione Parchi Permanenti Italiani – per la creazione di un mercato del lavoro più dinamico e flessibile e per facilitare le relazioni tra le imprese e le istituzioni, affinché insieme si possano affrontare le nuove sfide che ci aspettano in futuro. Il rischio è la perdita di competitività, per l’incapacità di aggiornare l’offerta turistica italiana con contenuti che devono lavorare sinergicamente con il grande patrimonio storico, culturale e naturalistico del Paese”.

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